Il livello di concentrazione di anidride carbonica nel 2016 ha raggiunto un picco di 400 parti per milione e lo stesso sta avvenendo nell'anno in corso: l'allarme è dell'organizzazione dell'ONU che si occupa dell'andamento climatico globale.
Per ridurre il consumo di energia e le emissioni di anidride carbonica è necessaria una riqualificazione energetica degli edifici.
Recentemente l'International Network for Bamboo and Rattan ha dimostrato che il bambù è in grado di assorbire anidride carbonica. Più forte dell'acciaio, il bambù riesce a resistere a disastri naturali come cicloni, terremoti e tempeste, è più economico del legno ed utilizza meno energia rispetto alla lavorazione del cemento; economico e facilmente disponibile nei paesi in via di sviluppo, è un alleato nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Una foresta è in grado di assorbire circa cinque volte l'anidride carbonica assorbita da un'equivalente foresta "classica", composta da alberi a cui siamo maggiormente abituati, rilasciando nell'atmosfera circa il 35% in più di ossigeno, smaltendo azoto e metalli pesanti. Non ha bisogno di essere seminato, né di particolari cure, si propaga autonomamente, rigenerandosi all'infinito. Il suo fitto apparato radicale costituisce una barriera naturale a rischio di smottamento, frana, dilavamento del suolo.
Numerose le realizzazioni, rigorosamente in bambù, che uniscono l'aspetto sociale alla sostenibilità ambientale ed economica. Per ciò che riguarda i vantaggi sull'economia e sul territorio può essere utilizzato sia nelle aree urbane che in quelle antropizzate per creare veri e propri polmoni di ossigeno poichè funge da barriera antitumore e non incide sulla deforestazione. Le foglie che cadono con continuità rilasciano importanti dosi di sostanze, utili per l'alimentazione del bambuseto e del suolo.
La sua capacità fitodepurativa lo rende adatto per il ripristino di aree delicate, come le discariche, oltre a sanare aree ipersfruttate dall'uomo o caratterizzate da forte inquinamento. Le sue capacità antibatteriche e antimicotiche lo rendono immune dagli attacchi di parassiti e batteri, diminuendo l'impiego di prodotti chimici e pesticidi. Lo sviluppo e il processo non sono legati soltanto al profitto ma anche all'etica e alla cura dell'ambiente. I vantaggi di queste colture si notano già nella fase di produzione: durante la fase di piantumazione dai rizomi fino alle canne lunghe qualche metro, poiché non serve nessuna aggiunta di pesticidi o erbicidi; ogni coltivazione di bambù si rigenera autonomamente. Non servirà inquinare l'aria muovendo trattori o macchine agricole per arare il terreno e permettere una crescita rigogliosa. Il Consorzio Bambù Italia, leader nel settore, è in grado di aiutare a sviluppare impianti di bambù gigante qualità Moso (maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.onlymoso-nordovest.it e sulla pagina Facebook www.facebook.com/onlymoso.nordovest/). Possiamo definire il Bambù una filiera innovativa totalmente eco-solidale e redditizia."
Categoria